Nella suggestiva città di Catania, ogni anno, si svolge una delle feste patronali più spettacolari e coinvolgenti d’Italia: la Festa di Sant’Agata. Questo evento straordinario, celebrato in onore della patrona della città, Sant’Agata, offre uno spettacolo di devozione, tradizione e folklore unico nel suo genere, richiamando migliaia di devoti e curiosi da ogni angolo del mondo. La festa, che si svolge nei primi giorni di febbraio, trasforma le strade di Catania in un palcoscenico di emozioni e celebrazioni, culminando in una suggestiva processione che porta in giro per la città il prezioso busto della santa martire.
I festeggiamenti in onore di Sant’Agata
Ogni anno, la città di Catania offre a Sant’Agata, la sua patrona, una festa straordinaria che richiama una moltitudine di devoti e curiosi, trasformando la città in un luogo di devozione e folklore che si avvicina alla grandiosità di eventi come la Settimana Santa di Siviglia o il Corpus Domini di Cuzco, in Perù.
I festeggiamenti iniziano con la cerimonia dell’offerta delle candele: è una tradizione unica che vede i devoti donare candele delle stesse dimensioni o pesi di sé stessi, in un gesto simbolico di protezione. La processione per la raccolta delle candele coinvolge le massime autorità religiose, civili e militari, e vede la presenza di due carrozze settecentesche e undici candelore, enormi ceri rappresentativi di corporazioni e mestieri. La giornata si conclude con uno spettacolo pirotecnico nella piazza Duomo, dove i fuochi d’artificio celebrano non solo la gioia dei fedeli ma anche il costante vigilare di Sant’Agata sull’Etna e sugli incendi.
Il 4 febbraio è il giorno più significativo: dall’alba, le strade si riempiono di cittadini devoti che indossano il tradizionale abito sacro, chiamato “sacco,” con un berretto di velluto nero, guanti bianchi e fazzoletti bianchi. Questo abbigliamento rappresenta l’abbigliamento notturno che i catanesi indossarono quando corsero incontro alle reliquie riportate da Costantinopoli nel lontano 1126. La giornata inizia con la solenne Messa dell’Aurora, seguita dalla processione attraverso le strade della città, con il prezioso busto di Sant’Agata su un fercolo d’argento rinascimentale. La processione si ferma in vari luoghi simbolici della storia della santa e della città, tra cui la marina e la colonna della peste, ricordando i miracoli legati a Sant’Agata e continua fino a notte fonda, quando il fercolo fa ritorno in cattedrale.
Il 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente, simboli del martirio, vengono sostituiti da garofani bianchi, rappresentando la purezza. Durante la giornata, la processione attraversa il centro di Catania, compreso il quartiere del Borgo, luogo di rifugio per i profughi da Misterbianco dopo l’eruzione del 1669.
All’alba del 6 febbraio, Sant’Agata saluta la città per l’ultima volta prima della conclusione dei festeggiamenti, in un momento ricco di magia e spiritualità. I fuochi d’artificio segnano la chiusura della festa, mentre Catania restituisce le reliquie di Sant’Agata alla sua cattedrale.
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Sant’Agata e la tradizionale sfilata delle candelore
Uno dei momenti più emblematici di questa festività è la tradizionale sfilata delle candelore, una processione che celebra la patrona della città. Le candelore, imponenti ceri adornati con dettagli artigianali, tra cui putti dorati, figure di santi e scene del martirio, fiori e bandiere, svolgono un ruolo di primo piano in questa processione. In passato, quando l’illuminazione elettrica non era disponibile, le candelore avevano una funzione pratica essenziale: illuminare il cammino dei partecipanti alla processione. Oggi, sono portate a spalla da gruppi di portatori, che variano in numero da 4 a 12 a seconda del peso del cero.
Questi ceri sono testimonianza dell’abilità degli antichi maestri orafi del Trecento, che crearono anche il prezioso Busto di Sant’Agata. Ognuna delle 11 candelore ha una sua identità distintiva e ,durante la processione, prendono vita grazie alle spalle dei portatori, ognuna con una forma specifica, un passo caratteristico e un’andatura unica. La scelta della marcia che accompagna ciascuna di esse contribuisce a definire la sua personalità.
Le candelore seguono sempre lo stesso ordine nella sfilata. La processione inizia con il piccolo cero di Monsignor Ventimiglia e prosegue con quelli rappresentanti abitanti di vari quartieri e categorie professionali. Ci sono candelore dei giardinieri e dei fiorai, dei pescivendoli noti come “bersaglieri,” dei fruttivendoli, dei macellai, dei pastai, dei pizzicagnoli e dei bettolieri, dei panettieri, e infine, quella del Circolo Cittadino di Sant’Agata, introdotta dal cardinale Dusmet.
Sebbene oggi siano undici, un tempo c’erano ancora più candelore, con rappresentanze per diverse categorie di mestieri, rendendo la processione ancora più affascinante e ricca di storia.
Foto di copertina: Di 199341G – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49184175